Andrea Bargi Consulente Assicurativo

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Investire oggi i propri risparmi

INVESTIRE OGGI

L’attuale contesto di mercato è decisamente molto più complesso rispetto agli anni passati, e diventa sempre più difficile scegliere i giusti investimenti.

Molte certezze che abbiamo sempre avuto, negli ultimi anni sono crollate.

Oggi sappiamo che GLI STATI possono FALLIRE.

Non tutte le BANCHE sono SICURE

Non tutte le OBBLIGAZIONI sono SICURE

I CICLI ECONOMICI sono incerti

Siamo in un momento in cui i RENDIMENTI sono bassi e il RISCHIO elevato.

Se prima investivamo anche autonomamente su Azioni o Obbligazioni, oggi esiste pluralità di ASSET CLASS, e il FAI DA TE (se non per piccole quote di patrimonio) diventa davvero difficile e RISCHIOSO.

Le notizie che ci arrivano dal web, dalla stampa, dai giornali sono infinite, e spesso ci confondono le idee creando dubbi e incertezze.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza

Quali solo alcune soluzioni per la gestione del risparmio oggi?

-        Conti Correnti/depositi

-        Obbligazioni

-        Azioni

-        Immobili

-        Prodotti Assicurativi

Analizziamole insieme.

CONTI CORRENTI /DEPOSITO

L’Italia è seduta su quasi 1.400 miliardi di Euro di conti deposito e risparmio postale; un mare di liquidità che basterebbe a sanare il 65% del debito pubblico.

L’incertezza e la poca fiducia delle famiglie hanno portato a queste scelte, eppure sappiamo che tenere i soldi sul conto corrente ha un Costo, e quasi tutti questi strumenti (compresi i conti online) a fine anno riportano un saldo negativo (portato dalla differenza tra interessi e costi)

Il conto corrente dal canto suo non può essere definito uno strumento di risparmio, ma solo un parcheggio temporaneo della liquidità, dove si dovrebbe impiegare solo una piccola scorta del proprio patrimonio.

Se teniamo conto anche dell’inflazione, possiamo concludere che tenere i soldi sul c/c OGGI è una RIMESSA.

 

OBBLIGAZIONI/FONDI OBBLIGAZIONARI

Da sempre fanno parte della cultura Italiana e sono presenti in molte soluzioni di risparmio gestito.

Oggi sappiamo che i rendimenti sono molto più contenuti rispetto al passato ma…

COSA C’E’ DA SAPERE PRIMA DI SOTTOSCRIVERE UN OBBLIGAZIONE?

L’obbligazione è un debito emesso da uno Stato o da una società per reperire liquidità, chi compra un obbligazione acquisisce il diritto al rimborso del capitale prestato più un interesse, che in linea generale varia in base all’affidabilità e alla solidità di chi emette l’obbligazione.

Prendiamo a riferimento la tabella sottostante.

Più uno stato è solido (quantomeno sulla carta) minore sarà l’interesse prospettato a chi compra il titolo, e viceversa.

La stessa cosa vale anche per le Società.

Quindi dobbiamo valutare bene chi è l’EMITTENTE, se è solvibile, qual è il suo andamento storico, quali sono le sue prospettive future...

In questi ultimi mesi abbiamo parlato spesso di OBBLIGAZIONI SUBORDINATE e di BAIL IN; questi fattori ci hanno dimostrato che le OBBLIGAZIONI non sono sicure come credevamo.

Per capire meglio prendiamo un caso generale:

Acquistando oggi un’obbligazione a 10 anni sappiamo che trascorso il periodo di tempo stabilito riprenderemo quanto investito, oltre agli interessi che la stessa maturerà nel  tempo.

Ma se dovessi vendere l’obbligazione prima dei 10 anni?

Il valore delle obbligazioni non è mai costante ma è soggetto alla variazione dei tassi d’interesse.

Esempio: tra 4 anni dobbiamo vendere la nostra obbligazione che ci dava un interesse del 1,5% annuo,  nel frattempo i tassi di interesse sono saliti, e ora ci sono obbligazioni che rendono il 2% annuo. Di conseguenza la nostra obbligazione diventa meno appetibile e il suo valore scende.

Di fatto se il mio investimento iniziale fosse stato di 10000€ nel caso dovessimo rivendere prima dei 10 anni corriamo il rischio che il capitale investito venga eroso, e quindi oltre a perdere gli interessi che avremmo dovuto maturare nel tempo, ci troveremmo un capitale inferiore a quello investito.

Viceversa se i tassi si abbassassero la nostra obbligazione, aumenterebbe di valore e in questo caso potrebbe convenire venderla prima della sua naturale scadenza.

Oggi l’ipotesi di rialzo dei tassi è la più verosimile; l’effetto di questa previsione è da tenere fortemente in considerazione, soprattutto dai possessori di BTP e dagli eventuali acquirenti.

Come possiamo vedere da questa immagine del sole 24 ore l’aumento dei tassi (anche di un solo punto percentuale) può portare a delle grosse perdite del valore nominale del BTP, soprattutto sulle lunghe durate.

Prestare attenzione alle clausole CACS!

Su vari BTP esistono delle clausole, dette CACS, che comportano la possibilità da parte dell’emittente (mediante accordo fra Stato o ente collegato) di variare i termini e le condizioni dei Titoli di Stato ad una certa percentuale di investitori (ad esempio può slittare sia la data di scadenza che della cedola, nonché il suo pagamento…)

Esistono anche obbligazioni in Valuta Estera.

In questo caso esiste un RISCHIO PAESE (dobbiamo quindi valutare chi è l’EMITTENTE, la sua solvibilità, la solidità dello stesso ecc.) e un RISCHIO CAMBIO, poiché queste obbligazioni sono comprate e vendute con la valuta dello stato emittente.

 

AZIONI

Anche le azioni fanno parte della cultura Italiana e sono presenti in molte soluzioni di risparmio.

Spesso associamo alla parola “azione” la parola “rischio”, che evoca una sensazione di pericolo; quest’accostamento può essere corretto, ma non dobbiamo dimenticarci che il concetto di rischio può essere sinonimo di perdita ma anche di guadagno.

Fino a ieri la crescita del mercato azionario è stata costante e continua, di conseguenza anche il rischio era costante. Oggi la crescita è altalenante per cui troviamo una maggiore volatilità dei mercati e una minore stabilità.

L’unica certezza che abbiamo fino ad oggi sui mercati azionari è che il TEMPO è un nostro ALLEATO.

Nonostante le crisi finanziarie e i ribassi dei mercati, nel lungo periodo quelli azionari sono sempre in guadagno. Nella scelta di investire occorre quindi stabilire un giusto orizzonte temporale.

Nel momento in cui i mercati sono al ribasso, contrariamente a quanto ci direbbe la nostra emotività, non dovremmo uscire e quindi vendere consolidando la perdita ma bensì dovremmo comprare nuovamente per mediare il prezzo d’acquisto, ottenendo così performance positive in tempi minori.

Se vogliamo invece cercare di controllare la volatilità e abbassare il rischio (perdita-guadagno) con un giusto orizzonte temporale, possiamo decidere di comprare quote in maniera graduata e periodica (PAC) così da mediare il prezzo d’acquisto indistintamente dall’andamento del mercato.

Questa soluzione ad esempio può essere molto valida per creare un risparmio per l’università dei figli, per la pensione integrativa, per progetti più a lungo termine.

IMMOBILI

Da sempre il mercato immobiliare fa parte degli investimenti degli italiani. L’80% dei cittadini possiede una casa di proprietà.

Finalmente dopo 10 anni di crolli continui l’ottimismo sul settore ha iniziato a crescere, il numero delle compravendite è di nuovo in salita con un aumento complessivo del 35% rispetto al 2013-2014, mentre i prezzi restano ancora mediamente bassi (negli ultimi 10 anni sono scesi del 35%).

Tuttavia ci sono dei fattori, e delle possibili mutazioni da tenere in considerazione se decidiamo di investire sul settore immobiliare.

Per prima cosa il calo demografico sta trasformando la domanda, si fanno meno figli e le tipologie di case che una volta erano ricercate oggi fanno meno appeal.  Il rischio è di avere troppi immobili sul mercato rispetto alla domanda e di conseguenza un abbassamento del valore degli stessi.

In più dobbiamo prendere atto che facciamo parte dell’Unione Europea e in Italia abbiamo, in percentuale, i prelievi sulle proprietà immobiliari più bassi di tutti gli altri stati; qui da noi le rendite catastali sono di ben 3 volte e mezzo inferiori al valore di mercato, e sono anni che la Commissione Europea raccomanda un adeguamento.

Il rischio di una riforma catastale in capo all’investimento immobiliare esiste ed è sicuramente un fattore da non sottovalutare.

E se dovessimo preoccuparci  anche di un passaggio generazionale?

Adesso l’Italia sotto questo punto di vista si può definire quasi un paradiso fiscale; vediamo perché.

Se ad esempio un genitore lascia in successione al figlio un immobile del valore di 1 milione di euro, l’erede non pagherà alcuna imposta. Come da foto

Esempi di franchigie sulle tasse di successione

Le aliquote massime delle tasse di successione

In tema d’imposte di successione siamo privilegiati rispetto altri paesi, sebbene siano anni che anche in quest’ambito si parla di un adeguamento.

Investire nel mattone quindi è una possibile soluzione ma attenzione a quanto detto fino a ora e al fatto che non sappiamo di preciso quando il proprio investimento darà una plusvalenza; è possibile mettere a reddito il proprio immobile fin da subito mettendolo in affitto, ma trovare un giusto conduttore (inquilino) non sempre è facile. Inoltre si dovrà tenere conto dei costi per la manutenzione, e che non si potrà disporre di liquidità velocemente in caso di bisogno.

PRODOTTI ASSICURATIVI

Questi strumenti sono molto conosciuti dagli italiani, soprattutto per quanto riguarda i piani di risparmio, ma esistono anche polizze d’Investimento (cosiddette a Premio Unico) che negli ultimi tempi, visto il ribasso dei tassi, sono state sempre più utilizzate e proposte non solo dalle compagnie Assicurative, ma anche dai vari istituti bancari.

Il motivo di questa diffusione è da ricercare soprattutto nel fatto che i rendimenti medi erano superiori a quelli dei titoli di stato.

A oggi le Polizze Vita godono di alcuni Vantaggi vediamo quali:

-        IMPIGNORABILITA’ E INSEQUESTRABILITA’

-        CAPITALI AI BENEFICIARI ESENTI DA IMPOSTE DI SUCCESSIONE

-        LE SOMME CORRISPOSTE AI BENEFICIARI RIMANGONO FUORI DALL’ASSE DI SUCCESSIONE

-        IMPOSTA DI BOLLO ASSENTE O PRESENTE SOLTANTO SU UNA PARTE DEL CONTRATTO

-        IL CONTRAENTE IN VITA PUO’ MODIFICARE IL BENEFICIARIO IN QUALSIASI MOMENTO

Sicuramente in un contesto di mercato come quello attuale, l’Investimento Assicurativo rappresenta senza dubbio una valida alternativa.

COSA C’E’ DA SAPERE PRIMA DI SOTTOSCRIVERE UNA POLIZZA

-       RISCHIO: Esistono molteplici soluzioni con gradi di rischio differenti, soluzioni sicure e soluzioni più esposte, e dobbiamo sempre valutare che il profilo del prodotto sia congruo con quello che desideriamo.

-        COSTI: ogni soluzione presenta dei costi, che a volte possono incidere in maniera pesante sull’investimento.

 

-        EMITTENTE: Dobbiamo sempre valutare a chi stiamo affidando i nostri risparmi, valutarne la solidità, la competenza, l’indice di solvibilità, la massa gestita…

 

Come ultima soluzione possiamo sempre decidere di tenerli sotto al materasso, ma in questo caso attenzione ai ladri  : )

 

Concludo dicendo che per INVESTIRE OGGI in maniera efficace esistono due parole chiave

DIVERSIFICAZIONE E CONSULENZA

La prima significa diversificare il più possibile i propri investimenti attraverso l’utilizzo di strumenti diversi, in aree diverse e in settori diversi con partner diversi.

La seconda invece significa che dobbiamo delegare a professionisti la gestione del nostro risparmio  definendo con loro i traguardi che ci poniamo; pianificare, ripartire il nostro patrimonio e i nostri risparmi in modo coerente con i nostri obbiettivi personali.